05 novembre, 2019
Che tu parta da zero nella creazione di musica o che sia un DJ navigato che intende affinare il suono e allargare i propri orizzonti, fare il gran salto nella produzione musicale richiede abilità, conoscenze e strumenti. Abbiamo parlato con artisti ed esperti per svelarti tutto quello che devi sapere su cosa comporta diventare produttore di musica.
Le band, i musicisti e i DJ sono i volti della nostra adorata musica, ma i produttori sono il cuore pulsante di ogni brano che ascoltiamo. Dietro ai beat, alle note, alle corde e ai virtuosismi vocali c'è sempre un produttore che progetta e mixa i suoni.
Gli strumenti di produzione diventano sempre più avanzati, mentre piattaforme quali SoundCloud rendono la musica più universalmente accessibile che mai. Cosa serve, dunque, per diventare produttore di musica? Come si scelgono hardware e software per iniziare e quali sono gli errori da evitare per un produttore in erba?
Abbiamo risposto a tutte queste domande e a molte altre, con l'aiuto di produttori internazionali esperti, Third Son e Sirus Hood, nonché con l'esperto di prodotti di Pioneer DJ Rob Anderson.
TORAIZ SQUID
Vuoi diventare produttore di musica, ma non sai di preciso da dove partire? Lo specialista dei nostri prodotti Rob Anderson raccomanda di avere le idee chiare sul tipo di suono che si desidera creare e, poi, di immergersi nella scena locale. "È un modo per scoprire come funzionano i brani e, in definitiva, per trovare l'ispirazione per iniziare a crearli", spiega.
Che ti interessi la musica deep house, techno, EDM o hip-hop, vai nei locali che propongono il suono che hai scelto. Ascolta podcast o sintonizzati a spettacoli radiofonici: è utile per conoscere gli artisti che si esibiscono già.
"Trova dei mentori, produttori di musica esperti in grado di guidarti, passo dopo passo, nella costruzione del tuo set-up per la produzione e darti feedback sulla tua musica", rileva Anderson.
E i DJ desiderosi di ampliare le proprie abilità possono prestare attenzione ai produttori che hanno già fatto il grande salto", sostiene il DJ e produttore francese Sirus Hood. "Facevo il DJ locale a Parigi e mi esibivo sempre negli stessi luoghi, senza mai evolvere. Sapevo che l'unico modo di passare di grado sarebbe stato produrre la mia musica."
Si potrebbe pensare di dover padroneggiare sin da subito frasi e pattern di sequenze, ma la verità è più semplice. Avere una mente tecnica e talento musicale è sicuramente un vantaggio enorme, ma sono fondamentali anche la passione e la volontà di imparare, sostiene Anderson.
Per il produttore di Londra Third Son, la flessibilità e l'abilità di svolgere più compiti contemporaneamente sono essenziali. "Oggi aiuta avere mille risorse", afferma.
E non temere di distinguerti: oggi, i produttori di successo sono consapevoli della necessità di guardare avanti a nuovi suoni.
"Produrre musica è l'arte di creare. L'abilità consiste, dunque, nell'essere il più creativi possibile, ossia fare qualcosa di diverso dalle tendenze, il tutto con un buon livello di qualità produttiva", rileva Hood.
Sirus Hood
Una qualifica professionale potrebbe far comodo. In tal caso, scuole come la dBs Berlin Music, l'American School of Modern Music di Parigi, la London School of Sound, la Point Blank Music School di Ibiza e università come quelle di Surrey, Portsmouth e Derby nel Regno Unito offrono corsi di produzione musicale e tecnica del suono.
Tuttavia, grazie a YouTube, si possono apprendere online praticamente tutte le tecniche delle diverse apparecchiature, spiega Rob Anderson. Investi il numero di ore che ti va meglio, così potrai imparare secondo i tuoi ritmi. Inoltre, puoi trovare tutorial online adatti alle abilità che desideri apprendere.
Le apparecchiature disponibili sono davvero un'infinità: puoi riempire lo studio di tutto, dalle interfacce audio alle console Midi ai microfoni USB. Ma chi è agli inizi non deve fiondarsi ad acquistare subito dispositivi di ogni genere.
"Il primo passo per qualunque produttore solitamente consiste nel decidere quale DAW (digital audio workstation) utilizzare", afferma Anderson. "Si può creare musica solo con l'hardware e con un DAW si parte sempre con il piede giusto, poiché è accessibile e può costituire il fulcro del tuo studio nelle prime fasi."
E quando ti sentirai a tuo agio con il DAW scelto, considera quali altre apparecchiature possono esaltare il suono. Il nostro sequencer multibrano TORAIZ SQUID è progettato appositamente per essere il cuore pulsante del set-up. È compatibile con il tuo DAW e si collega e sincronizza a un massimo di 16 strumenti, a batterie e sintetizzatori modulari e vintage.
Per quanto riguarda il DAW, la scelta del software migliore per la produzione musicale praticamente corrisponde alla definizione del suono. È una questione di gusto e stile, ed è soggettiva.
Da Ableton Live a Cubase Pro, Propellerhead Reason e Logic Pro X, spesso i migliori DAW nel mercato hanno ben poco di diverso tra loro.
"Io uso Ableton, ma ora sono pressoché tutti sullo stesso livello", afferma Third Son.
Parla con i produttori che creano i suoni che desideri emulare e scopri quale software utilizzano. Oppure, a seconda del budget che hai a disposizione, prova diverse opzioni per vedere quale prodotto ti risulta più comodo.
Spettacoli, eventi del settore e workshop rappresentano modi facili di stabilire contatti, sostiene Rob Anderson. E incontrare artisti con uno stile simile al tuo può fare una grande differenza.
"Alcuni produttori erano DJ proprio come me, così ho iniziato a collaborare con loro: è stato un buon modo per imparare qualche trucco", racconta Sirus Hood.
Third Son and Sirus Hood
Muovere i primi passi nella produzione di musica può essere demoralizzante, ma Sirus Hood spiega che gli errori fanno parte del processo di apprendimento. Ciò detto, non c'è niente di male nel seguire qualche consiglio di esperti. Ecco i tre errori principali da evitare:
"(Talvolta, i nuovi produttori) ascoltano solo il genere musicale che intendono produrre. Invece, le nuove idee possono scaturire proprio lasciandosi ispirare da altri generi, di qualunque epoca", afferma Sirus Hood.
"Un errore comune consiste nel dedicare troppo tempo alla raccolta di sample e plug-in VST, che poi non verranno utilizzati", sostiene Anderson. "È meglio conoscere alla perfezione i plug-in interni di Logic o del DAW scelto, anziché avere altri 60 strumenti VST che non si sanno utilizzare bene."
Third Son spiega che non vale la pena di bruciare le tappe e distribuire musica grezza per farsi un nome. "Lo capisco perfettamente, ma il controllo qualità è importantissimo, soprattutto per le prime uscite", rileva.