Da quando ha calcato la scena con il brano di successo Masaai nel 2016, il duo di produzione di musica elettronica OC & Verde non è stato estraneo alle classifiche di Beatport né alle playlist dei DJ. Quando crea i suoni, il duo, costituito da Ben O'Connor e Jon Verde, originari di Manchester, si avvale di un set-up misto di apparecchiature per la produzione, che comprende l'SP-16. Abbiamo rivolto loro qualche domanda sulla creazione musicale con il sampler professionale e su come ha cambiato il loro processo creativo.
"Attualmente, utilizziamo Logic come DAW principale e gestiamo tutto con esso. Ci avvaliamo poi del Moog Sub 37 per la maggior parte dei bassi delle canzoni assieme ai sintetizzatori Arturia per lead, pad, ecc. Utilizziamo anche il Prophet-6 praticamente in qualsiasi produzione. Ci servivamo di Maschine nella maggior parte delle canzoni, ma dopo aver messo le mani sul TORAIZ SP-16 di Pioneer DJ, abbiamo utilizzato quello per programmare le batterie."
"Siamo cresciuti con le vecchie batterie come [Roland TR-] 707 e 909, quindi è stato favoloso tornare a quel modo di lavorare, programmando le batterie secondo pattern, anziché costruirle semplicemente in Logic. Scopri di essere molto più creativo quando sperimenti con l'hardware. Utilizziamo il TORAIZ SP-16 e gli effetti per alcuni suoni live. Registrandoli al volo hai un risultato anni luce migliore rispetto a quando tracci solo una linea in Logic o Ableton. I nuovi effetti nell'ultimo aggiornamento per l'SP-16 sono stati utilissimi in tal senso e i filtri integrati sono proprio di qualità."
"È fantastico avere una vera batteria vecchio stampo, con sampler integrato e un grande schermo touch-screen tutto in uno. Insomma, il meglio del vecchio e del nuovo, ed essendo prodotto da Pioneer DJ, la qualità costruttiva è di prim'ordine. Alcune delle batterie uscite di recente sono piccole e sembrano aggeggi di plastica: potrebbero rompersi, se si preme un pulsante troppo forte! Saremo ben lieti di utilizzare l'SP-16 in studio come strumento di produzione, senza temere poi di portarlo agli spettacoli e utilizzarlo dal vivo."
"Probabilmente lo schermo touch-screen. Navigare e scoprire come utilizzarlo è facilissimo. Possiamo iniziare subito. Alcune delle vecchie batterie avevano molti menu segreti e si dovevano tenere premuti 2 o 3 pulsanti per accedere: lo schermo touch-screen elimina tutto questo. Proprio perché tutti adesso hanno lo smartphone, penso che le persone sono abituate a utilizzare solo lo schermo tattile, è logico."
"Senza dubbio, ci ha permesso di sperimentare di più con i beat e le percussioni e il modo in cui utilizzimo gli effetti su di essi. Ora abbiamo costruito una tavolozza di suoni strepitosa nell'impianto, per cui possiamo iniziare una nuova canzone e dopo qualche minuto avere una melodia da favola. In studio, non abbiamo mai tutto il tempo che vorremmo, quindi questo è essenziale."
"Lo raccomanderemmo tanto ai DJ quanto ai produttori. Se si sfruttano solo i loop e non si ha mai utilizzato la batteria, questo è il punto di partenza perfetto. È facilissimo da utilizzare, ma puoi anche addentrarti in tecniche avanzate e iniziare il sampling dei tuoi suoni. L'impiego in studio risulta utile anche dal vivo, perché così si ha la sensazione di conoscerlo come le proprie tasche."
"Il nostro set-up è costituito da 3 CDJ-2000Nexus, un DJM-900NXS2, un RMX-1000 e il TORAIZ SP-16. "
"Prima dell'SP-16, facevamo i DJ semplicemente con 4 deck, un mixer e un RMX-1000. 2 dei deck erano CDJ e utilizzavamo 2 deck con Traktor. Ci servivamo di un iPad per controllare gli effetti nei deck di Traktor, mentre l'RMX-1000 aggiungeva gli effetti all'intero set-up. Quindi, alla fin fine, con quel set-up non si trattava tanto di una performance dal vivo, ma piuttosto di un set di DJing con un'infinità di effetti.
Ora, con l'SP-16, abbiamo rimosso del tutto l'elemento Traktor. Nell'SP-16 abbiamo scomposto la maggior parte dei brani, così possiamo riprodurli dal vivo e riarrangiarli/remixarli al volo, in perfetta sincronia con i brani riprodotti nei CDJ. Ha cambiato completamente la nostra riproduzione: ora possiamo passare dalla riproduzione dei brani altrui a quella dei nostri live quasi senza scompiglio."
"3 cose rendono bravo un DJ...
"Ci piace utilizzare tutte le nuove tecnologie a nostra disposizione per mettere alla prova i limiti tecnici nella riproduzione delle nostre canzoni dal vivo, restando comunque attaccati alle radici del vero DJing: abbinamento dei beat, scratching e inserimento di performance a cappella. Inoltre, adoriamo riprodurre lunghi set tutte le volte che possiamo. Preferiamo arrivare fino in fondo, per poter portare le persone dove vogliamo."
"In pista, la reazione è istantanea. Se qualcosa non va, lo scopri subito. In studio, invece, sei da solo a decidere se quello che fai va bene o meno."
"Ci piace ascoltare molta musica orientale, bizzarra musica tribale africana e performance vocali indiane, che si ritrovano in gran parte della nostra musica. Ascoltiamo poi molta musica synth pop degli anni '80 e hip-hop degli anni '90. Ci lasciamo influenzare da tutti i tipi di musica. "
"Le bassline tengono assieme il tutto: costruiamo i nostri brani attorno ad esse. Quindi, ci piace un sub vigoroso, con la forza di un groove diretto per dare l'impulso techno che serve. Inoltre, ci piacciono i bassi leggeri, sopra le righe, da cui creare una melodia. Secondo noi, è la combinazione di questi due elementi a rendere buona una bassline."
"Dovunque, dai pacchetti e dai vecchi CD al ripping di vecchi dischi e persino YouTube."
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"Basslines hold everything together and we build our tracks around them, so we like a heavy sub with the kick that has a straight groove to give it that techno drive. We also like a light bass over the top that we can make a melody out of. A combination of both of those elements makes a good bassline for us."
"Everywhere from sample packs and old sample CDs to ripping stuff off old records and even YouTube."
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